argento

L’argento è noto fin dall’antichità. Il termine deriva dal latino argentum e dal greco αργύριον, legati a αργός “splendente, candido, bianco”.

È menzionato già in testi di scrittura cuneiforme del III millennio a.C.

Attraverso il libro della Genesi e l’analisi di resti nei siti archeologici dell’Asia minore, delle isole dell’Egeo e del Vicino Oriente, sappiamo che l’argento già nel IV millennio a.C. viene separato dal piombo, e che erano note le tecniche di cesello, sbalzo e agemina rimaste sino all’età moderna.

Per millenni l’argento è usato come ornamento e come materiale per utensili da civiltà molto diverse tra loro, dagli Incas nell’antico Perù, alle colonie della Magna Grecia.  Usato come merce di scambio e come base per molti sistemi monetari.

A lungo considerato il secondo metallo più prezioso, dopo l’oro. Nel Buddhismo è il secondo dei sette tesori e simboleggia la virtù.

Uno dei livelli più alti mai raggiunti nella lavorazione di questo metallo è Il tesoro di Boscoreale del I secolo d.C. Tesoro rinvenuto nel 1895 negli scavi di una villa romana della Pisanella, in contrada Pisanella-Settermini a Boscoreale, attualmente conservato presso il museo del Louvre di Parigi.

In molte teologie e cosmogonie, l’argento è associato alla Luna e a divinità lunari e femminili e il simbolo della luna crescente è associato all’argento dagli alchimisti.

L’argento è impiegato, in genere in lega con rame e oro, per realizzare leghe d’oro di vario titolo e valore.

Legato con il rame dà vita a leghe di vario titolo per la realizzazione di gioielli a 925, o 800.

Inoltre usato nell’argentatura elettrolitica, nella fabbricazione di apparecchi chimici da laboratorio resistenti alla corrosione. In chimica organica come catalizzatore, in elettrotecnica per conduttori, contatti ecc.; molti composti dell’argento hanno interesse tecnico (fotografia, medicina, galvanoplastica ecc.).

L’argento colloidale è anche un ottimo antibiotico naturale.